Esempi di temi da svolgere con alunni del livello primario
Ho suddiviso i miei scolari del livello primario in tre gruppi di
apprendimento. Nel primo gruppo ho messo gli alunni di 1. classe, nel secondo
gli scolari di seconda che hanno raggiunto le mete prestabilite, nel terzo
livello di apprendimento, infine, alunni di terza classe con corrispondenti
competenze linguistiche, sia passive che attive. In casi particolari, in
quest’ultimo gruppo, abbiamo anche alunni di quarta e di quinta classe.
Per ciò che riguarda i temi e gli
esercizi che propongo, per ragioni di brevità, per ogni gruppo, illustrerò
degli esercizi diversi. Questo per il fatto che in, realtà, nelle lezioni
impartite settimanalmente, eccezion fatta per il primo gruppo di apprendimento
(che prima deve essere alfabetizzato), con gli altri gruppi, tratto i medesimi
temi e faccio eseguire gli stessi esercizi, chiaramente, graduati in
difficoltà.
Tutti gli alunni sistemeranno in un
raccoglitore ad anelli i fogli di esercizi, le tabelle e i formulari che
riceveranno nel corso dell’anno.
Primo gruppo di apprendimento
Nei primi mesi di frequenza,
l’approccio con questi scolari sarà, evidentemente, di tipo orale. In
particolare, cercherò di metterli in grado di presentarsi, di fornire qualche
notizia sulla propria famiglia, sui propri giochi preferiti, ecc. e in seguito
di porre loro stessi le domande agli altri.
Un ulteriore passo, specie ad anno
avanzato, sarà quello di raccontare qualcosa al passato. Questa fase, comunque,
in molti casi, è meglio riservarla per il successivo livello di apprendimento.
I temi da trattare sono quelli vicini al mondo del bambino: feste famigliari,
giorni di festa, stagioni, tempo libero, giochi, esperienze scolastiche, vacanze
in Italia…
Eseguendo questi brevi dialoghi o
descrizioni di ciò che stanno facendo, i bambini saranno anche pronti a utilizzare qualche primo foglio di
lavoro o a interagire in occasione delle lezioni effettuate con vari materiali
interattivi. A questo proposito, già in occasione della quarta lezione,
distribuisco agli alunni un alfabetiere da me elaborato, in cui ho sistemato prima le vocali e quindi le consonanti
in modo tale da evitare che, nel primo semestre, di queste ultime, vengano
trattate quelle che nelle due lingue vengono pronunziate in modo differente.
Basti pensare alla c, alla g, ecc.
Mod.GRS.MEU.ALFA.GENE.KE/5/99
Sul lato
A di questo alfabetiere (di cui presento solo un piccola parte) si trovano quindi, oltre alle
vocali, quelle consonanti la cui pronunzia non si discosta troppo dal modello
tedesco; sul lato B, invece, che verrà trattato dalla metà del secondo semestre, ho
inserito, appunto, la c e la g e i principali dittonghi,
trittonghi, digrammi, trigrammi, che chiamerò
per brevità: poligrammi (accoppiando: poli- e -gramma).
Oltre all’alfabetiere, gli alunni riceveranno gradualmente dei fogli di esercizi con le vocali, le consonanti, i digrammi, ecc., che via via vengono proposti e che essi inseriranno nel loro raccoglitore personale. Si tratta di fogli che gli scolari useranno più volte nel corso dell’anno: nel senso che, nel primo impiego, si limiteranno a collegare glioggetti rappresentati con le relative denominazioni, cominciando dallo stampatello, nel secondo verrà coinvolta la discriminazione delle parole in corsivo, nella terza fase infine si passerà alla scrittura di alcune parole. Non mancano nomi per i quali non è inserita la rappresentazione grafica. Questi ultimi potranno essere anche trattati a parte: il nome Maria, p. es., potrà essere collegato a quello di una parente, di una compagna; la mano potrà essere agevolmente disegnata nello spazio vuoto subito dopo il maiale, ecc. La grafia è quella in vigore in Baviera (si noti p. es. la r e la m). Qui di seguito unisco il brano di una tabella.
|
|
Mod.GRS.MEU.ALFAB.KE/5/99 |
Per ciò che riguarda la
lettura, nelle ultime settimane dell’anno, ne farò eseguire qualcuna e subito dopo
inviterò gli alunni a rispondere a domande di controllo di comprensione. In
questa maniera, oltre ad avere la possibilità di verificare la loro competenza
linguistica passiva, potrò stimolare la loro capacità di espressione orale,
facendo usare alcune semplici forme verbali, i numerali, gli aggettivi
qualificativi, qualche modo di dire.
Gli scolari che hanno seguito e
acquisito almeno una buona parte delle competenze prestabilite per questo primo
livello passano quindi al 2. livello di apprendimento.
Secondo gruppo di apprendimento
Di questo secondo gruppo fanno parte,
oltre agli alunni di 2. classe anche diversi scolari di 3. classe (e in qualche
caso di 4.). Questo lo faccio allo scopo di consentire ai più deboli di
recuperare qualche carenza ancora presente. Bisogna tener conto inoltre del
fatto che alcune famiglie, malgrado le numerose circolari ricevute, inviano i
loro figli alle lezioni di italiano dalla terza, se non addirittura dalla
quarta classe in poi. A questo proposito è doveroso segnalare una pagina in internet del competente Ministero Bavarese in cui,
già anni fa veniva nuovamente
chiarita quanto fosse fondamentale per gli alunni anche ai fini di un migliore
apprendimento del tedesco il contatto con la propria lingua materna:
„Aus wissenschaftlichen Untersuchungen geht hervor,
dass der Aufbau einer Zweitsprache (Deutsch) leichter gelingt, wenn eine
systematische Grundlage in den Kenntnissen einer Muttersprache vorliegt. Aus
einer Muttersprache heraus ist das Erlernen einer Zweitsprache leichter und
rascher vollziehbar“. 1
________________________________
1 Studi scientifici hanno
dimostrato che l’apprendimento di una lingua seconda riuscirà più facilmente in
presenza di una sistematica padronanza delle strutture di base della lingua di provenienza.
Partendo da una lingua materna, l’apprendimento di una L2 avverrà più
facilmente e più rapidamente. Nel frattempo questa pagina risulta introvabile!
Intanto, in questi casi, provvedo a
formare dei minigruppi misti in cui i più competenti in italiano aiutano i meno
competenti. Questi ultimi, spesso, con madre tedesca e con maggiore competenza
nella loro madrelingua, a loro volta, contraccambieranno l’aiuto, sostenendo i
loro compagni in tedesco. Già in occasione della prima lezione poi, penseremo a
riordinare i raccoglitori ad anelli, inserendo i formulari nuovi, eliminando i
fogli superflui e mettendo da parte quelli che potranno essere utilizzati nel
corso dell’anno.
Ma passiamo ora ai temi da me
utilizzati in questo livello. Per prima cosa, allo scopo di migliorare
maggiormente la pronunzia di alcune lettere e poligrammi di suono differente, distribuisco
una tabella in cui, ho inserito le maggiori difficoltà di pronunzia ad
ampliamento di quelle comprese nell’alfabetiere distribuito nel primo livello. Come per le tabelle precedenti, mi
limiterò a riprodurre qui solo una parte di questo schema:
POLIGRAMMI *
|
|||||||
|
A
|
B |
C |
D |
E |
F |
G |
1 |
CA |
CO |
CU |
CHI |
CHE |
CI |
CE |
2 |
casa |
corona |
cubo |
chiave |
chele |
cipolla |
cesto |
3 |
GA |
GO |
GU |
GHI |
GHE |
GI |
GE |
4 |
gatto |
gonna |
gufo |
ghiro |
margherita |
giostra |
gelato |
5 |
SCA
|
SCO
|
SCU
|
SCHI |
SCHE |
SCI
|
SCE
|
6 |
scala |
scolaro |
scuola |
schiena |
scherzare |
sci |
strisce |
7 |
SGA
|
SGO
|
SGU
|
SGHI |
GLA |
GLI
|
GLI
|
8 |
sgabello |
sgonfiare |
sgusciare |
sghignazzare |
gladiolo |
aglio |
glicine |
9 |
CIA
|
CIO
|
CIU
|
CIE
|
CCIA |
CLA
|
CRE
|
10 |
ciambella |
cioccolata |
ciuco |
camicie |
acciaio |
classe |
crema |
11 |
GIA
|
GIO
|
GIU
|
GIE |
GIA |
GGIA
|
GGI
|
12 |
giacca |
fagiolo |
giudice |
ciliegie |
giacca |
spiaggia |
oggi |
13 |
GNA
|
GNO
|
GNU
|
GNI |
GNE |
HO
|
HA
|
14 |
montagna |
ragno |
gnu |
cigni |
agnello |
ho |
ha |
15 |
BA
|
BO
|
BU
|
BI |
BE |
BBA
|
SB
|
16 |
barca |
bosco |
busta |
bicicletta |
berretto |
abbaiare |
sbagliare |
17 |
PA
|
PO
|
PU
|
PI |
PE |
PPA
|
SP |
18 |
pane |
pollo |
pugno |
pietra |
penna |
zappa |
spazzare |
*La pronunzia di alcuni poligrammi potrà venir ascoltata dalla viva voce dell'insegnante cliccando:
http://www.fernandoagrasso.altervista.org/PRONU.POLIGRAMMI.htm
Per migliorare poi e per fissare ulteriormente
una corretta pronunzia, nella scelta delle letture, cerco sempre di trovare dei
brani contenenti, doppie, poligrammi e, soprattutto, molte consonanti con pronunzia diversa nelle due lingue.
Per ciò che riguarda l’espressione
orale, come già accennato per il gruppo precedente, in questa fase gli alunni
dovranno essere in grado di esprimersi con maggiore competenza. In particolare
essi dovranno essere capaci di raccontare avvenimenti tratti dalla vita di ogni
giorno, in famiglia, a scuola, ecc, che li hanno colpiti particolarmente,
usando anche qualche forma verbale al passato. Per ciò che riguarda le forme
verbali al presente, utilizzando diverse tabelle collegate a letture apposite,
tratte dai testi in uso e da materiale nuovo, faccio mimare delle scenette,
proponendo l’uso sia degli ausiliari che delle tre coniugazioni al presente.
Per far fissare poi le strutture utilizzate, faccio completare, con le
forme verbali e, eventualmente, con l’oggetto, dei fogli in cui sono inserite
tabelle con il presente indicativo e righe in cui, nella prima colonna,
compaiono, p. es, i pronomi: io, tu, lui/lei, noi, voi, loro, ma anche nomi.
In questo gruppo di
apprendimento non insisto molto sulla formazione del plurale e sulle relative
concordanze. Questo passo,
unitamente a quello
riguardante l’uso delle forme verbali al passato, lo riservo al livello superiore. Altri argomenti, che
tratto in questo gruppo (anche in preparazione di brevi dettati), sono: l’uso
dell’accento, dell’apostrofo, e non da ultimo, quello delle doppie, anche
perché in tedesco poco rappresentati.
Per ciò
che riguarda i dettati, desidero chiarire subito una cosa: questi esercizi non
mi servono solo per migliorare l’ortografia dei miei alunni. Gli scopi che mi
prefiggo, in realtà sono molti di più. Qui di seguito descriverò quindi il modo
in cui io e i miei scolari, nei livelli: 2., 3., e 4., eseguiamo un dettato o
un esercizio di ortografia.
Nel
giorno dell’esercizio, per prima cosa, introduco l’argomento (che, spesso,
coincide con la stagione, una festa vicina o trascorsa, vacanze, ecc., ma anche
con un tema di attualità. Nella seconda fase leggo a voce alta il testo, chiedendo
agli alunni di eseguirne contemporaneamente la lettura silenziosa. Passo quindi
all’osservazione dei punti più difficili, continuo con qualche domanda di
controllo ed invito infine alcuni scolari a rileggere a turno un brano del
compito.
Quindi faccio eseguire su un foglio
la copiatura del testo, completa di nome, luogo, data ed intestazione completa
(copiato + titolo). A copiatura conclusa, chiedo
agli scolari di mettere il testo da loro copiato a fianco di quello stampato
nel libro o nel foglio da me distribuito e di leggere insieme il brano.
Arrivati ai punti più caldi, faccio interrompere la lettura
ed invito gli alunni a controllare se hanno scritto giusto quel digramma, ecc.
Dopo aver concluso la lettura, invito
gli alunni a mettere da parte i libri o i testi da me distribuiti, a girare il
foglio dove hanno scritto il copiato e a scrivervi: dettato. Quindi do inizio alla dettatura del brano,
ricordando loro che da quel momento non dovranno: né aprire il libro, né
controllare il testo distribuito, né voltare il foglio. Agli alunni più lenti
nello scrivere ricordo di lasciare degli spazi liberi da integrare dopo. Poi
eseguo una seconda lettura del testo, invitando a controllare e, eventualmente,
ad integrare.
Conclusa quest’altra fase, invito gli
scolari a conservare le penne sino a quel momento usate, a prenderne una con
inchiostro verde, ad aprire il libro (o
a prendere il testo stampato) e a eseguire l’autocorrezione con il verde, allo scopo di
rendere riconoscibile la fase di questa correzione. In base al tempo a
disposizione, faccio effettuare anche la caccia all’errore: ogni alunno corregge a matita il compito del proprio vicino.
Alla fine ritiro i fogli degli
elaborati e do un rapido controllo, anche per confermare l’esito (anche se non
definitivo) della prova agli scolari. E questo, didatticamente parlando, a me
sembra molto importante, dato che se io rimandassi la mia correzione alla
settimana seguente, le impressioni vissute dagli alunni nelle varie fasi: (fase
del dettato: Caspita! Come si scrive coniglio con lgi o con gli? Fase dell’autocorrezione: Ah! Avevo ragione / Uh! Ho sbagliato!) dopo una settimana (ma anche di più se ci saranno di mezzo vacanze o
assenze) sarebbero già dimenticate.
Concludendo, con un esercizio di
questo genere, oltre al miglioramento dell’ortografia, riesco a far
sviluppare nei miei alunni, in modo più che sufficiente: capacità critica, volontà
di collaborazione, correttezza. La capacità critica essi la migliorano autocorreggendosi (e questo farà accettare loro più facilmente la correzione da parte
dell’insegnante, e correggendo l’elaborato del compagno. Il senso
collaborativo lo accresceranno partecipando
attivamente e correttamente a tutte le fasi del compito. La correttezza:
evitando di barare: o sbirciando il testo durante la dettatura o correggendo,
nella fase di autocorrezione, da effettuarsi con il verde, con il colore usato durante la dettatura
(blu o nero), per farla sembrare,
appunto, una correzione di quella prima fase. In collegamento anche a quanto detto nei riguardi dell’espressione
orale, un avvenimento di particolare interesse: un compleanno, p. es. potrà
servire anche per una breve composizione scritta di qualche riga (invito,
ecc.).
Raccontando poi qualche cosa sulle
vacanze in Italia o altrove, gli alunni potranno infine fare qualche
considerazione sull’ambiente circostante, la città in cui vivono, la città, la
regione dei loro genitori, l’Italia…
Terzo gruppo di apprendimento
Questo gruppo l’ho previsto per alcuni alunni di terza classe con una
buona competenza linguistica, per quelli di quarta e per qualche scolaro di
quinta con poche cognizioni linguistiche.
All’inizio dell’anno, anche a questo
gruppo, distribuisco la tabella dei poligrammi. Contemporaneamente provvediamo a selezionare e ad eliminare dal
raccoglitore personale di ogni alunno tutto il materiale superfluo, a rinnovare
i formulari necessari e a mettere da parte le tabelle che potranno ancora
servire.
Per ciò che riguarda il potenziamento
della competenza orale, in questo gruppo, innanzi tutto, ci dedicheremo al
perfezionamento della pronuncia. Quindi, per renderla più sicura, osserveremo e leggeremo alcuni
brani adatti allo scopo, collegando quanto letto alla tabella dei poligrammi appena nominata.
Ma non solo nella pronuncia e
nell’intonazione gli scolari dovranno dimostrare la loro accresciuta
competenza. Essi dovranno essere anche in grado, non solo di raccontare, ma
anche di dimostrare i loro sentimenti e di commentare quanto espongono. E
proprio nel narrare un avvenimento, è interessante osservare, la loro
differente capacità di individuazione del tempo verbale adatto da usare al
passato. Coloro che traducono dal tedesco mentre raccontano
(e sono parecchi e non solo tra gli alunni con madre tedesca), hanno,
decisamente, maggiori difficoltà nella scelta tra imperfetto e passato prossimo
rispetto agli scolari che pensano e si esprimono direttamente in italiano.
A questo scopo chiedo agli alunni di
raccontare qualcosa, p. es. sull’ultima gita scolastica. E,
generalmente, procediamo così: individuato
intanto il minigruppo tra gli
scolari che
ha avuto un’esperienza in comune e rappresentativa (ricordo che gli scolari
provengono da scuole e classi diverse!), invito questi alunni ad esporre,
oralmente e di getto la loro esperienza. È chiaro che a questo punto noi
presenti saremo esposti a dei racconti frammentari, soggettivi e,
cronologicamente, non corretti, con flashback... Noi ascoltatori, al termine di
ogni breve esposizione, avremo la possibilità di porre alcune domande. E devo
dire che, spesso, ce ne sono alcune uguali a quelle che potrebbero essere
contenute in una scaletta tipo da approntare prima della stesura di un
racconto.
UNA GITA SCOLASTICA
Racconto di un’esperienza
1.
Quando sei andato/a a fare una
gita?
2.
Dove?
3.
Con chi?
4.
Perché?
5.
Dove si trova questo posto?
6.
Qual è il suo aspetto generale?
7.
Descrivi ciò che ti ha colpito di
più!
8.
Ti sei divertito/a?
9.
Ci vorresti tornare?
Quindi, dopo aver fatto scrivere alla lavagna le domande, invito gli
alunni ad effettuare una prima stesura del testo. È chiaro che dopo qualche
minuto inizieranno le domande di questo genere: Come si dice in italiano? Come si scrive? Oppure annunci del tipo: Non so cosa scrivere! A tutti raccomando di pazientare, rimandando gli aiuti e i suggerimenti
alla fase successiva.
In questo prossimo stadio invito
gli alunni più svelti a leggere in pubblico i loro elaborati, invitando i più
lenti e i meno competenti ad usare qualcosa di ciò che sentono, dopo aver
ascoltato i miei commenti e correzioni; a tutti ricordo però che nelle letture
successive non desidero ripetere le correzioni già fatte. Infine invito gli
alunni a scrivere in bella copia e su un foglio il loro compito con
intestazione completa. Su un foglio a parte dovranno scrivere la scaletta
elaborata in comune.
Per la correzione, attuo, in questo
caso una via di mezzo: una volta ritirati i lavori, faccio avvicinare a
gruppetti gli alunni e, rapidamente, controllo davanti agli interessati i loro
compiti, commentando a caldo imprecisioni ed incongruenze da loro fatte, specie,
se si tratta di errori commessi nonostante i miei avvertimenti. In questo modo
non mancherà del tutto l’effetto didattico di cui parlo in relazione al compito
di ortografia del gruppo precedente.
La correzione a penna definitiva, la
effettuerò a casa e riconsegnerò l’elaborato in occasione della lezione
successiva, se è un compito da tenere nel raccoglitore personale. Se si tratta
invece di un compito da custodire in classe, ai fini delle valutazioni
semestrali, inviterò gli alunni a farsene una copia e a riconsegnarmi
l’originale. È evidente che questa nuova copiatura varrà anche come un
esercizio di ortografia, ma soprattutto servirà a utilissime riflessioni, p.
es. sull’uso dei tempi, come già accennato precedentemente.
Per ampliare inoltre il vocabolario
degli alunni mi sembrano molto utili le descrizioni orali e scritte di oggetti
e di parti di essi usati da loro ogni giorno, a cominciare dalla playstation e continuando con la mountain bike, con lo skateboard, o con il monopattino, tornato recentemente alla ribalta. Ma anche
con tutti gli altri giochi che ogni giorno invadono il mercato. Senza
eccedere dovremo cercare sempre di trovare un termine simile in italiano o
quantomeno di spiegare, parafrasando di che cosa sta parlando. Questo tentativo
di descrizione, potenzierà senza dubbio la loro capacità descrittiva.
Per
sistematizzare poi ciò che è stato esposto,
assegno anche il completamento di tabelle con colonne riportanti varie parti
del discorso, da integrare, alternativamente, con l’articolo, il nome,
l’aggettivo, con la forma plurale, ecc.
Cliccando
qui,
inoltre, si può accedere ad una tabella di questo tipo in Word, che potrà
agevolmente essere completata anche online.
Esercizi più complessi di
comprensione di testi, trasformazione di discorsi diretti in indiretti, modi di
dire, ecc, li tratto nei livelli superiori.
Per fissare maggiormente il corretto uso
dei verbi con relativi ausiliari, in questo gruppo, propongo anche esercizi di
integrazione di testi con forme verbali. Qui di seguito qualche esempio:
Completa le seguenti frasi usando
essere o avere!
1.
Come mai l’autobus ……….…. arrivato con tanto ritardo?
2.
Il povero Luigi ……….….
scivolato sulla neve ghiacciata.
3.
(Noi) ……….….
finito di fare i
compiti, possiamo scendere in cortile a giocare.
4.
Ancora non
……….…. imparato a lavarti le mani prima di sedere a tavola.
5.
…………….….…. il fiato grosso e siamo stanchi:
cerchiamo di riposarci un po’.
6.
Se ………..….…. fretta
vi conviene andarvene.
7.
Questa mattina, ci …………… accorti che le
rondini sono tornate.
8.
Giada
…………. rimasta a casa con il suo fratellino.
9.
(Io) ………….
deluso perché …………. preso un brutto voto
10.
Ieri sera il mio papà ……… tornato tardi dal
lavoro.
Facendo completare queste frasi con le forme verbali al passato, do agli alunni
la possibilità di applicare in modo pratico alcune regole sull’uso degli
ausiliari, e a collegare i pronomi personali con i soggetti presenti nelle
frasi sotto forma di sostantivi.
Collegandomi infine a letture di carattere geografico, storico, sociale, concernenti l’Italia (previste nel programma annuale), a notizie di attualità, ma anche a ciò che raccontano gli alunni, indirizzerò la loro attenzione anche su alcuni aspetti della nostra cultura.