Sehr geehrter Herr Grasso,
anbei sende ich Ihnen die zwei umformulierten Texte.
Bis Montag eine schöne Zeit Ihnen.
Liebe Grüße
XXX
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Azzurro, pag. 87, es. 4 | |
Racconto in 3. persona singolare al passato (Testo) |
Racconto in 1. persona singolare al passato (Trasformazione: lei->io) |
Quando aveva 7 anni Giulia aveva i capelli corti. Abitava con i suoi genitori in una casa in campagna, vicino al Lago di Bracciano. Le piaceva molto andare a cavallo. Era la sua passione! Andava a scuola a piedi con i suoi cuginetti. Ci andava volentieri ed era molto brava. Quando la scuola finiva, passava l’estate dai suoi nonni, in montagna, al Terminillo. |
Quando io avevo 7 anni, io avevo i capelli corti. Abitavo con i miei genitori in una casa in campagna, vicino al Lago di Bracciano. Io piacevo mi piaceva molto andare a cavallo. Ero Era la mia passione! Andavo a scuola a piedi con i miei cuginetti. Ci andavo volentieri ed ero molto brava. Quando la scuola finiva, passavo l’estate dai miei nonni, in montagna, al Terminillo. |
Racconto in 3. persona singolare al presente (Testo) |
Racconto in 1. persona singolare al presente (Trasformazione lei->io) |
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Ora Giulia ha 32 anni e ha i capelli lunghi. Non abita più con i suoi genitori, ma in un piccolo appartamento a Roma nel quartiere di Trastevere. Lavora in un’agenzia di viaggi, di cui è la responsabile. Le piace molto viaggiare. Per lavoro va spesso all’estero, ma in estate passa le vacanze al Circeo, in una casa al mare. |
Ora io ho 32 anni e ho i capelli lunghi. Non abito più con i miei genitori, ma in un piccolo appartamento a Roma nel quartiere di Trastevere. Lavoro in un’agenzia di viaggi, di cui è mia (io) sono la responsabile. Io piaccio Mi piace molto viaggiare. Per lavoro vedo vado spesso all’estero, ma in estate passo le vacanze al Circeo, in una casa al mare. |
Azzurro, pag. 88, es. 6 |
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Racconto in 1. persona singolare al passato (Testo) |
Raccono in 3. persona plurale al passato (Trasormazione: io->loro) |
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Io ero a quel tempo, una bambina piccola, e non avevo che un vago ricordo di Palermo, mia città natale, dalla quale ero partita a tre anni. M’immaginavo però di soffrire anch’io della nostalgia di Palermo, come mia sorella e mia madre, e della spiaggia di Mondello, dove andavamo a fare i bagni, e di una certa signora Messina, amica di mia madre, e di una ragazzina chiamata Olga, amica di mia sorella, e che io chiamavo “Olga viva” per distinguerla da una mia bambola Olga, e di cui dicevo ogni volta che la vedevamo sulla spiaggia: - Mi vergogno d’Olga viva -. Queste erano le persone che c’erano a Palermo e a Mondello. |
Giulia e Maria erano a quel tempo, due bambine piccole, e non avevano che un vago ricordio di Palermo, la loro città natale, dalla quale erano partivano partite a tre anni. Loro si immaginavano peroò di soffrire anche loro delle nostalgie della nostalgia di Palermo, come la loro sorella e la loro madre, e della spiaggia di Mondello, dove andavano a fare i bagni, e di una certa signorea Messina, amica di della loro madre, e di una ragazzina chiamata Olga, amica di della loro sorella, a che Giulia e Maria chiamavano "Olga viva” per distinguerla da una loro bambola Olga, e di cui dicevano ogni volta che la vedevano sulla spiaggia:- Loro vergognavo ci vergogniamo d’Olga viva- Queste erano le persone che c’erano a Palermo e a Mondello. |
Un bel lavoro, cara T. Le parole in rosso sono gli errori, quelle in azzurro le trasormazioni corrette dei verbi e quelle in violetto le atre parole trasformate. Arrivederi al prossimo collegamento! F. Grasso |