USO DEL PASSATO PROSSIMO

Il passato prossimo significa passato vicino,  trascorso, appunto, da poco tempo.

Es.

Fernando dice: "Una settimana fa ho comprato una bicicletta";
Giada dice: "Sono arrivata da mezzora in ufficio e ti telefono per dirti che il viaggio in treno è stato piacevole";
Ieri (noi) abbiamo ricevuto la tua e-mail;
Francesco dice: "Non ho capito niente, puoi ripetere la frase, per favore?".

 Il passato prossimo serve anche per descrivere

1) un’azione passata finita strettamente collegata con il presente

Es.

Il terremoto di un anno fa ha distrutto la cattedrale (rimane distrutta ancora oggi, perché non l'hanno ancora ricostruita);
Mario dice: "Stamattina ho lavorato troppo e adesso sono molto stanco";
Alla festa Stefano ha conosciuto una ragazza bellissima, Valentina, e oggi escono insieme.

2) un’azione che si svolge durante un certo momento nel passato e che dura ancora (oggi, questa settimana, questa mattina, questo mese, quest’anno, questo secolo)

Es.

Florian dice: "Oggi ho incontrato Filippo";

Maria dice: "Questa settimana sono tornata da Monaco di Baviera";
Luisa è partita questa mattina per Torino.

oppure quando si indica la data dell’azione:

Es.

Quest’anno le mie ferie sono iniziate il 2 agosto;
L’Italia è diventata una Repubblica nel 1946.

3) un’azione finita ripetuta

Es.

Antonio dice: "Prima della recita ho riletto la mia parte parecchie volte";
Giuseppe dice: "Ho assistito a questa manifestazione già 3 volte";
Mia madre è andata in Sicilia 5 volte.

USO DI ESSERE E AVERE

CON IL  PASSATO PROSSIMO

I tempi composti vengono formati in italiano con i verbi ausiliari essere e avere.
Non esistono regole precise per scegliere l’ausiliare; ma ce ne sono alcune di carattere generale da osservare per evitare errori. Prima di tutto però dobbiamo vedere che cosa sono i verbi transitivi e i verbi intransitivi.

I verbi transitivi sono i verbi in cui  l'azione passa direttamente sull’oggetto (cosa o persona); e questo oggetto risponde alla domanda “chi?” o “che cosa?”

Es.
Mario dice: "Ieri ho letto (che cosa?) Il Corriere della Sera";
La mamma ha baciato (chi?) il suo bambino;
Fernando dice: "Ho bevuto (che cosa?) una limonata".

Tutti gli altri verbi, quelli, cioè, che non “passano” la propria azione all’oggetto sono verbi intransitivi.
Es.
Giada dice: "Sono tornata a casa subito dopo la scuola";
Giuseppe dice: "Sono stato al mare con mia moglie".

Alcuni verbi possono essere sia transitivi sia intransitivi e quindi possono usare come ausiliare sia “essere” che “avere”.  Le domande “chi?” e “che cosa?” saranno sempre d’aiuto.
Es.
Lo studente ha finito  (che cosa?) il compito. Il  verbo “finire” è transitivo e quindi vuole l’ausiliare “avere”;
La lezione è finita. In questa frase, invece, il verbo “finire” è intransitivo e vuole l’ausiliare “essere”.

FORMAZIONE DEL PASSATO PROSSIMO

(con i verbi che vogliono l'ausiliare avere,

una volta tolte le desinenze delle tre coniugazioni: -are, -ere, -ire,

inserire al loro posto le desineze dei tre participi passati: -ato, -uto, -ito)

FORMAZIONE DEL PASSATO PROSSIMO

(con i verbi che richiedono l'ausiliare essere,

una volta tolte le desinenze delle tre coniugazioni: -are, -ere, -ire,

e inserito al loro posto le desineze dei tre participi passati: -ato, -uto, -ito;

coniugare la forma del participio passato tenendo conto del genere

e del numero della persona.

Es. Lucia è and-ata a casa; Mario è torn-ato dalle vacanze;

Francesco e Federica sono part-iti per l'Argentina).

La medesima regola vale per i verbi riflessivi:

Maria dice: "Stamattina mi sono alz-ata già stanca" E così via...

alcuni participi passati irregolari

(ausiliare avere = (a), ausiliare essere = (e))