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Alcune
centinaia i Connazionali, che lo scorso 1 Novembre - rispondendo all'invito del
Consolato Generale d'Italia e del Comitato degli Italiani all'Estero di
Monaco di Baviera - hanno preso parte alla Commemorazione di tutti i Santi, dei
Caduti e di tutti i Defunti e alla Celebrazione della Giornata dell'Unità
Nazionale e delle Forze Armate nel cimitero militare di Waldfriedhof di
Monaco di Baviera.
Tanto
è vero che molti di loro, durante la S. Messa, officiata da Mons. Gabriele
Parolin e da Padre Vincenzo Armotti della Missione Cattolica Italiana di Monaco
sono dovuti rimanere sul piazzale antistante alla Camera Ardente del Cimitero.
Alle 11.30, però, subito dopo questa prima coinvolgente parte della cerimonia,
anche per la commovente Omelia di P. Parolin e dei suggestivi canti diretti
dall'organista della Missione Lucio Benaglia ed eseguiti dal Coro
italo-tedesco di Unterhaching e da vari musicisti, lo spazio non è più mancato
nel settore del Cimitero Militare Italiano.
Il
verdissimo prato e lo splendido sole autunnale hanno fatto, poi, il resto,
riscaldando, ancora di più, i cuori dei presenti, che si sono posti quindi in
semicerchio per partecipare alla seconda parte della cerimonia, che si è svolta
davanti al Cippo eretto a ricordo dei nostri caduti.
Toccante
il discorso del Viceconsole del Consolato Generale d'Italia in Baviera,
Dr. Enrico Alfonso Ricciardi, che, dopo aver formulato i saluti alle
autorità e ai connazionali presenti da parte del Console Generale Dr.
Filippo Scammacca del Murgo e dell'Agnone, assente per altri improrogabili
impegni, ha ricordato l'importanza della celebrazione della Giornata
dell'Unità Nazionale e della Festa delle Forze Armate e del necessario omaggio
dovuto ai nostri militari che hanno sacrificato la loro vita per la nostra
Patria e per il bene comune. Non dimenticando di parlare delle migliaia di
nostri soldati che - tra gravi rischi - continuano ad adoperarsi per il
ristabilimento della pace nel mondo, spesso a costo della propria vita e
non mancando di aggiungere un significativo detto latino e un commovente
episodio di guerra, strettamente legato alla sua famiglia.
Anche
l'intervento dell'Ing. Claudio Cumani, attuale Presidente del locale Comites,
è stato più che eloquente. Dopo i saluti di rito alle autorità, rivolgendosi
ai militari presenti, in primis al Brigadier Generale Armando Fiorito de Falco,
agli Ufficiali, Sottufficiali e a tutti i Connazionali, ha ricordato la
generosità dei nostri caduti, sacrificatisi per la Patria e la capacità e
professionalità dei nostri militari che, attualmente – rischiando la
vita tutti i giorni – assicurano la pace nel mondo.
Parlando
poi delle elezioni per il rinnovo dei Comites, dopo aver elencato quanto
compiuto dal Comitato in questi undici anni, si è detto molto amareggiato per
l'esito della prima fase di questo appuntamento, che vede una sola lista di
connazionali nella futura composizione del Comites di Monaco e così pure a
Norimberga. Ha invitato però i presenti, che non l'avessero ancora fatto, di
iscriversi, comunque, nella lista AIRE per acquisire il diritto di voto (vedi:
Messaggio di questi giorni dell'Ambasciatore P. Benassi); anche perché ([sic])
in occasione di future elezioni, soltanto i connazionali che avranno fatto
questa opzione potrebbero ricevere il plico elettorale ...
Come
in altre numerose occasioni, Cumani, ha invitato inoltre le forze giovani a
farsi avanti generosamente, ricordando ai presenti di sostenere i figli durante
l'intero iter di formazione, imprescindibile presupposto per un futuro migliore.
E invitando tutti a prendere parte più attivamente alla costruzione della casa
comune, in Italia e all'estero.
Infine, dopo la Benedizione invocata per tutti ed impartita da Mons. G. Parolin e l'esecuzione del Silenzio (vedi: video in cima all'articolo e in una delle ultime foto), sono state deposte le Corone al Cippo. Al termine, dopo alcuni scambi di ricordi e di notizie tra gli intervenuti e alcune foto ricordo, abbiamo lasciato questo luogo pieno di memorie... e molti ci siamo riproposti di ritornarci l'anno prossimo. Fernando A. Grasso, de.it.press 4