Caro Fernando, ho provato a fare una traduzione
purtroppo è un po' lungoa.
Quando
quella
la mattina
i bambini asaltano
assaltarono / presero
d'assalto
nell'edificio
scolastico, hanno
esulato
esultarono
/ tripudiarono.
In classe, accanto al tavolo dell'insegnante c'era un grande cesto rotondo. Era
ripieno con
di:
mandarini, noci e pan di zenzero.
Gli
scolari
guardavano / osservavano
stupiti
il cesto da sinistra, da destra, da davanti, da dietro.
Poi lo allontanaraono un po' dal
tavolo. Hanno
dato
E
diedero
/ dettero
un'occhiata più da vicino ai mandarini, alle mele, alle noci e al pan di zenzero.
Che
Quale
/ qual
era
il pan di zenzero più bello? Che
Quale
/ qual
era la noce più grande? Un bambino presa
prese
in mano una noce
in mano.
Poi un altro bambino tirava
tirò
il cesto verso di sè
sé.
Le noci
risuonavano
toccandosi
a
vicenda.
Un
altro ragazzo
diede
/
dette
un
calcio
al
cesto.
In quel
momento
gli scolari
sentirono i passi della maestra sulla /
nella
tromba delle scale. Essa / lei faceva
/ saliva
le scale
gli
scalini
/ i
gradini
sempre due allea volta, si sentiva dai suoi passi ed era un segno che era di buon
umore. Ma (lei) quel
giorno
rimase immobile sulla soglia. Guardò /
osservò
sul
il cestino che ora stava davanti
ai banchi. Sparsi
accanto ad
esso c'erano: mele, pan di zenzero e noci. L'insegnante guardò una
noce
che rotolava sul pavimento, guardò il mandarino
che un bambino teneva in mano e un pan di zenzero rotto. Lei non
ha detto
disse
una parola / non proferì parola.
I bambini rimettono
rimisero
velocemente tutto nel cestino. Viderano
videro
che
l'insegnante era impallidita. Non
ha
nemmeno
detto
Non disse nemmeno: "Buon giorno"
oggi
quel giorno.
Anche i bambini tacevano e Si sono
insinuati E si sistemarono
ai loro posti.
Guardarono
Guardavano
il pavimento, poi il coperchio dei banchi
lo scrittoio del proprio
banco.
Poi l'insegnante
ha detto:
disse
/ annunciò:
"San Nicolo
San Nicola
vi ha portato un cestino - e
voi
non avete
potuto
potete
aspettare
un
minuto. Tutti hanno
avete
avuto
paura
di non ottenere nulla!".
La voce dell'insegnante /
della
maestra
non era
severa o forte
adirata
/ alterata. Ma era molto triste, e per i bambini questo era molto peggiore
che
essere
fosse
rumerosa
adirata
o severa. Quella era la cosa peggiore che potesse
succedere. Quando
l'insegnante era triste, e
sembrava che il momento successivo stesse
che da un momento all'altro si
mettesse
a
per
piangere. Ma una maestra e piangere, ecco ciò di cui avevano paura tutti i
bambini. Per fortuna, la voce della maestra tornò presto più ferma, perfino un
po' severa e disse: "C'e un rotolo di carta in mezzo
alle noci, al pan di zenzero e ai mandarini.
Certamente una lettera di San Nicola. Chi vuole leggerloa?".
Nessuno voleva farlo.
Adesso tutti erano molto spaventati,
quindi
l'insegnante stessa ha
aprì il nastro rosso che era avvolto attorno al rotolo di carta. In realtà /
infatti
era una lettera di San Nicola, che
aveva
Ha scritto: "La cosa migliore che vi mando
/ dono
è la noce di
magica. Essa
è in cima al cestino, strettoa
tra / fra
tre mandarini, e sotto c'e
c'è
il pan di zenzero con il cuore di zucchero bianco.
La noce di magia
magica può
puo
fare magie. Rende felici tutti
coloro che lo
la
regalano". All'improvviso nessuno dei
bambini guardò / guardava
più
il proprio banco / scrittoio.
Tutti fissavano il cestino in cui tutto era in disordine. Tra tuttie
le cose il pan di zenzero con il cuore di zucchero bianco era rotto.
Quando
Mentre
l'insegnante lesse
leggeva
la storia di San Nicola che aiutò /
aveva aiutato
tanti anni fa tre
povere ragazze, nessun bambino ascoltò
ascoltava.
Tutti
continuavano a fissare il grande cesto rotondo e le cose che giacevano accanto
ad esso. E tutti pensavano la stessa cosa: "Qual è la noce magica? Come si può
riconoscerla?". Poi l'insegnante
diede /
dette
ha dato
una noce a ogni bambino. E tutti i bambini subito
afferrarono
strinsero
la propria tra
la loro noce
con
tra
le mani. Strinsero le mani così forte che
le noci
scalderano
le punte delle noci
affondate
penetrarono
nei palmi delle loro mani.
Una ragazza gli
accostò la
noce all'orecchio. Un ragazzo
l'annusò
e la prese di nuovo velocemente a coppa
tra le mani.
Ogni bambino pensava: "La mia noce è la noce /
quella
magica? A chi lo
la darei /
darò
/
potrei
dare? Chi voglio rendere
felice?".
Poi la ragazza /
la scolara che era seduta da sola
sulla
banca
sul banco
in fondo e non diceva mai una parola si alzò all'improvviso
di
soprassalto.
Iniziò a parlare
Parlava
semplicemente senza aver teso
alzato per prima cosa la mano.
Sì,
camminava a piccoli passi
verso il tavolo della professoressa mentre parlava. Era chiaro, e la ragazza
non aveva mai
detto
parlato
così tanto prima perché era una bambina tranquilla,
e, rivolgendosi all'insegnante disse:
"Forse
la mia noce è la noce magica. Forse. Ecco perché voglio
dargli dare
a
Lei
la mia noce. Voglio che siano
Lei
sia di nuovo felice". Tutti
ascoltavano e
guardavano con impazienza. Ma ora
la pace
la calma era finita. Tutti si
precipitaraono avanti contemporaneamente. All'improvviso
sul tavolo della maestra
apparvero 24 noci. L'insegnante spostò
con la mano
di lato
i suoi lunghi capelli di lato
con la mano
e tutti videro / poterono /
potevano osservare il suo viso. Sì,
rideva.
Ed è per questo che i bambini ridevano di nuovo. Tutti erano molto felici. "Ma
quale è la noce magica?", chiese un bambino.
"Qualsiasi
noce può essere la noce magica!". disse /
spiegò
/
rispose
l'insegnante. "Ecco perché (io)
restituisco una noce a ciascuno di voi. Solo quando la
donerai
donerete
agli altri scoprirete
/ ti renderai
vi
renderete
conto di chi aveva la noce magica!".
Il giorno dopo la maestra chiese:
"Chi di voi aveva la noce magica?". "Io...io...io...", gridarano tutti insieme
gli scolari.
E ogni bambino ha
raccontato
raccontò
di aver subito
regalato subito
la propria noce.
Hanno parlato
Raccontarono
di come hanno
avevano
/ avessero
reso felicei:
un altro bambino, una mamma, una zia, un papà, o un nonno, e di come loro stessi
sono
fossero
diventati
lieti e felici. "Chissà, magari San Nicola ci ha regalato un sacco di noci
magiche", disse la maestra, e continuò: "E se tuttie
le noci continueranno a passare di mano in mano, se continueranno a essere
regalate fino a Natale, forse a Natale la gente in tutta la città sarà felice".
Allora
la ragazza nel banco in fondo batteva
iniziò a battere le mani e gli
altri bambini applaudivano
applaudirono
felici ed
emozionanti
e
emozionati
/
commossi.
Tanti saluti e a presto
I.
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Un faraonico e bel lavoro, cara Amica!
Da come hai potuto constatare l'uso dei tempi al passato (passato remoto & Co.) sono molto ostici!
Consulta la seguente lista del passato remoto di alcuni verbi:
https://italiano-bello.com/wp-content/uploads/2021/05/ItalianoBello-50-verbi-al-passato-remoto.pdf
Fernando
A presto!